I chiodi di garofano, vengono dall’Eugenia caryophillata di cui la qualità superiore viene dalle isole Mollucche. La droga è costituita dal bocciolo quindi è un fiore. Per vedere se la droga è esaurita si mettono i chiodi in acqua ed essi devono rimanere in piedi perché contengono olio essenziale.
Storia e simbologia dei chiodi di garofano
Erano già conosciuti e apprezzati nei tempi della dinastia Han (I sec a.C.) Chiamati “aroma lingua di gallina”, rappresentavano per i medici di quel tempo un’autentica panacea dai disturbi gastrointestinali all’infertilità. Erano anche apprezzati dagli uomini per le loro virtù cosmetiche; sembrava infatti venissero strofinati sulle barbe brizzolate per farle tornare nere come un tempo.
La credenza che oltre alla salute propiziassero la buona sorte e allontanassero le malattie, sconfiggendo il malocchio e l’invidia, si diffuse nei secoli insieme al loro profumo intenso e fragrante nelle terre d’Oriente, fino a raggiungere le vette dell’Himalaya.

L’olio essenziale contiene eugenolo che è un potente antisettico ottimo come disinfettante orale. E per questo in Europa nel Medioevo si credeva che tenendoli in bocca ci si potesse proteggere dal “mal d’aria” e dalle epidemie di peste. La gente iniziò a usarlo come antisettico e deodorante d’ambienti. Sempre nel Medioevo si utilizzavano i chiodi di garofano per prevenire e combattere le malattie infettive, per cicatrizzare le ferite, per allontanare i parassiti e alleviare dolori reumatici e articolari.
Già nel 1607 veniva nominato il “Talismano della salute”. I medici di quel tempo scrivevano che l’olio dei chiodi di garofano era eccellente per il mal di denti.
“Se bollito in un buon vino assieme ai semi di finocchio aiuta la digestione”.
L’elemento del fuoco e la cucina
La tradizione alchemica vuole che essi, simili a fiaccole, siano legati all’elemento fuoco (anche nella medicina cinese e quella indiana).
Nel freddo riscaldano (cuore, sensi, cervello), nel caldo disperdono (basti pensare al loro utilizzo tradizionale nelle infiammazioni articolari e nel mal di denti.)
In cucina per il loro gusto deciso e penetrante non vengono utilizzati nella cucina mediterranea se non per ingentilire il sapore dei bolliti di carne, per marinate e stufati di selvaggina. Santa Ildegarda, monaca benedettina del XII sec., credette alle virtù stimolanti ed euforizzanti dei chiodi di garofano e ne fece l’ingrediente di punta di speciali dolcetti contro l’amarezza e la malinconia.

Chiodi di garofano & tisana per il natale
Tra l’altro, nel periodo di Natale è una spezia usata in molte tradizioni. I chiodi di garofano non possono mancare del Christmas pudding inglese dove aromatizzano la frutta cotta. Una pera farcita di chiodi di garofano e cotta la forno per 20 minuti con due dita d’acqua, si trasforma in un dolce lassativo naturale, oltre che a una prelibatezza. Anche da noi nel nord si usa come ingrediente del vin brulè!
Secondo un’antica tradizione, essendo una essenza riscaldante ed euforizzante serve per accendere il desiderio.
Mischiare polvere di zenzero, pepe, cannella e chiodi di garofano in parti uguali. Aggiunger miele fino a formare una pasta morbida. Diluire un cucchiaino della mistura in una tazza di acqua bollente.
Oltre al brindisi di fine anno ecco cosa potete offrire al vostro o vostra consorte….. Un bicchiere di questa “sana tisana” per salutare l’anno e sopratutto iniziarlo in bellezza!
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