Osservando con una certa indolenza i miei barattoli di spezie, in un caldo e afoso pomeriggio estivo, vengo attratta, o forse chiamata, da una spezia che timidamente racchiude nel suo mantello verde proprio ciò che stavo cercando. Il Cardamomo.
Già il colore verde mi cattura nella sua quiete e non mi resta che annusare la sua fragranza. Quale altra spezia riesce a dare immediatamente la sensazione di freschezza e allo stesso tempo di calore avvolgente? Il suo profumo è floreale. Ricorda i chiodi di garofano, il pepe, il pimento, ma possiede anche note fresche e resinose. Apro il barattolo ed estraggo una capsula. Il consumo immediato è semplice. Apro il baccello che non pone grosse resistenze e mi ritrovo con dei piccoli semi rossobruni in mano.
Ora non resta che portarli alla bocca ed ecco che sprigionano tutta la loro forza rinfrescante dolce-amara. La sonnolenza tipica, compagna di un pomeriggio di agosto, sparisce e i pensieri si fanno nitidi. La stanchezza si allontana, la mente è vigile e mi ritorna la voglia di agire… quasi quasi chiudo il negozio e me ne vado al mare!
Elettaria cardamomum
Elettaria cardamomum, questo è il suo nome latino appartenente alla famiglia delle zingiberacee, è un arbusto che cresce selvatico nelle foreste tropicali delle montagne dell’India. Viene coltivato nello Sri Lanka, in Tailandia e nell’America Centrale, ma il migliore cardamomo viene dalle foreste pluviali del Malabar. Può arrivare ai due metri di altezza. Assomiglia al giglio e ha infiorescenze azzurre con punte gialle.
La spezia consiste nei semi racchiusi nelle capsule verdi o biancastre a seconda della lavorazione e rigate da sottilissimi solchi. Ogni capsula è divisa in tre logge contenenti ciascuna 5 o 6 semi bruni dall’odore e dal sapore fortemente aromatici.
La raccolta e le leggende del Cardamomo
Il cardamomo fiorisce da aprile a maggio, mentre le capsule si maturano da agosto a febbraio. In India viene raccolto dalle donne rigorosamente a mano perché i cespugli crescono vicini tanto da non permettere a nessuna macchina di entrarci.
E’ una delle spezie più antiche e più apprezzate del mondo, la più cara dopo lo zafferano e la vaniglia. Il primo documento in cui è menzionata è il “papiro di Ebers” scoperto in Egitto e risalente al 1550 a. C. Citato nello Ayurveda, veniva usato in India contro l’obesità, le affezioni urinarie, le emorroidi e l’itterizia. I Greci e Romani lo usavano in profumeria e pare che le donne egizie bruciassero cardamomo ed esponessero poi il corpo al suo fumo benefico e fragrante. Ne “Le Mille e una Notte” vengono elencate le proprietà afrodisiache.
In antichità veniva confuso con il pepe tanto che Teofrasto e Dioscoride si riferiscono ad una spezia che chiamano “amòmom” che non è chiaro che si identifichi con cardamomo o pepe. Anche il Mattioli fa notare che dai Greci e i Romani veniva definito “il pepe d’India”. Galeno definì questo seme “odorifero come il nasturzio, ma di questo meno caldo”.
Lo sapevi che il Cardamomo…
Oggi il cardamomo trova impiego in India come ingrediente di numerosi curry, largamente usato nei dolci e in diverse bevande. In Europa settentrionale viene utilizzato per aromatizzare pane e dolci.
In Italia viene usato nell’industria liquoristica in particolare nella preparazione degli amari. Ma i maggiori consumatori di cardamomo sono gli arabi. Essi ritengono che il cardamomo “rinfreschi il sangue” e lo utilizzano per fare il qahwa.
Esso è un caffè molto forte e viene offerto all’ospite servito conuna caffettiera d’ottone munita di un lungo becco. Si pestano i chicchi di caffè con baccelli di cardamomo. Solitamente le proporzioni sono di 60-70 parti di cardamomo e 40-30 di caffè. Si aggiunge il tutto all’acqua calda e si bolle per due minuti. Si filtra e si serve caldo, nero e con zucchero.
Ottimo per l’alito cattivo, digestivo lo si consuma anche semplicemente masticandone alcuni semi. Aumenta la concentrazione e la memoria. Lo si può consumare quotidianamente con un bicchiere di latte pestandovi dentro uno o due baccelli e facendo sciogliere un cucchiaino di miele.